Action time ovvero il tempo dell’azione segue la puntuale preparazione dell’obiettivo
Possiamo dire che esso è veramente realistico quando attraversa la persona in tutte le sue sfaccettature
Altrimenti ci sono sempre da fare degli aggiustamenti in corso d’opera
Normale che sia così
Soltanto l’esperienza nella decifrazione degli obiettivi e la conoscenza profonda di se stessi permette di limitare le modifiche
Ovviamente salvo inconvenienti che si presentano
Detto questo affrontiamo un argomento interessante legato alla premessa che abbiamo fatto precedentemente
E cioè se l’action time può essere diverso da quello programmato
E non parliamo dei casi dovuti a imprevisti ma di sensazioni che fanno propendere per dei cambiamenti apparentemente senza motivo
La domanda è
È corretto violare un principio base ?
Diciamo che le regole vanno rispettate perché portano nella direzione del traguardo
Eppure esistono delle eccezioni che si fondano su quella che potremo definire conoscenza percettiva
E cioè una sensazione che si spinge oltre le regole aggiungendo una forma di completamento
Potremo chiamarla regola sensoriale ed ognuno ha la propria
Ecco allora che il tempo dell’azione si muove nell’ambito di una fiducia in se stessi che amplifica le regole del gioco
Ed è un segnale molto importante soprattutto quando avviene con una consapevolezza che mette in conto questo tipo di prospettiva
Una sorta di abbandono che è molto forte e che comunque non perde di vista la programmazione
Quando arriviamo a questo punto significa che ci lasciamo guidare dalle regole accompagnate da un’ispirazione che può nascere in ogni istante
E più siamo motivati nel raggiungere il risultato e maggiore sarà la propensione a sentire quella voce e variare qualcosa nel percorso
Può essere un particolare oppure un cambiamento di più ampio respiro
Insomma action time vuole dire anche farsi guidare dall’intuito