Fantasia e audacia per ripartire quando il morale è giù
Molti atleti nel corso della carriera arrivano a un punto in cui sentono di avere dato tutto
E di essere giunti alla loro massima performance
Questo perché avvertono un fisico che si è spremuto per raggiungere certi obiettivi
Alcuni sono arrivati e altri no
Poi capiscono di avere appreso sul campo e fuori strategie e tecniche affinando le loro capacità
Insomma oltre non riescono ad andare e percepiscono una sensazione che può essere interpretata in diversi modi
E dipende dalla persona
Ad esempio
C’è chi è soddisfatto per avere raggiunto quei traguardi e li vuole mantenere ponendosi la sfida di cercare ancora un miglioramento
Anche se non ha la più pallida idea di come fare
E c’è invece chi si aspettava qualcosa di più che non si è concretizzato ed è spossato
Insomma è a posto con la coscienza ma non sta bene perché il morale è basso
Qui entrano in gioco convinzione e motivazione
Questa combinazione determina il futuro della carriera
Soprattutto il livello della performance
Potremo dire che la percezione del player non è esatta e pregiudicherà negativamente i prossimi risultati
Oppure al contrario la prendiamo per corretta
E comunque
Quale è il modo per uscirne con la voglia di rimisurarsi e superare quella convinzione limitante anche se fondata su sensazioni sufficientemente corrette ?
Un modo è iniziare a porsi domande mai fatte prima
Approcciando una fase mentale nuova per scoprire qualcosa di inaspettato
E quindi di volere sperimentare
Serve uno stimolo straordinario che riattivi la curiosità e la motivazione verso una sfida che nasce dal violare qualche regola personale
Ogni atleta sa cosa non ha osato fare nonostante gli fosse venuta in mente qualche idea
Allora c’è bisogno di fantasia e audacia per ripartire ed essere competitivi