C’era una volta il coaching

C’era una volta il coaching
Andiamo a qualche decennio fa quando iniziano a entrare in campo i primi approcci metodologici che poi si affineranno nel corso del tempo
E si arricchiranno di nuovi strumenti
Non farò la storia della sua evoluzione che è comunque molto interessante
Invece vorrei soffermarmi su una caratteristica legata allo sviluppo del coaching
Perché gli aspetti tecnici progrediscono con le esigenze della società che le aggiorna progressivamente
Infatti ogni particolare che si inserisce in un contesto deve parlare una lingua comprensibile
E ciò per essere immagazzinato a livello razionale e inconscio e poi essere sfruttato al massimo
In sostanza quello che faceva la differenza qualche anno fa oggi è solo parte normale di un insieme
Allora parlando di attualità e per dirla con una metafora bisogna domandarsi quale è l’ultimo miglio che è possibile fare con il coaching
Insomma l’ultimo passo quello più difficile
Occorre premettere che ognuno ha una specifica necessità quando chiede un supporto
Diciamo che il coaching abbinato alla pnl utilizza insieme due binari paralleli fornendo un metodo eccellente per affrontare le situazioni più disparate
Ad esempio utilizzando l’approccio dei livelli di pensieto di Dilts
Il plus valore di questa modalità è quella di riuscire a comunicare efficacemente con l”interlocutore attraverso le tecniche offerte dalla programmazione neuro linguistica
Allora c’era una volta il coaching significa avere dimestichezza con una storia che continua ad ampliarsi di nuove conoscenze per sostenere lo sviluppo dei talenti e dell’equilibrio personale

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