La gestione delle provocazioni indipendentemente dalla disciplina sportiva di cui trattiamo è un elemento da considerarsi strategico
In modo particolare risulta determinante quando è appositamente studiato dell’avversario per limitare la resa della performance
Possiamo distinguere le provocazioni negli sport dove c’è contatto e quelle dove non c’è
Nel primo caso si amplia la gamma delle possibilità includendo azioni che producono dolore fisico
Per una ottimale gestione delle provocazioni è possibile utilizzare esercizi di mental training
Così da ottenere una risposta personale mentale e fisica che non preclude l’espressione del potenziale
E per prepararsi al meglio serve immaginare le provocazioni più odiose
Una modalità che agevola è aiutarsi con dei video – audio che trattano situazioni similari a quelle che consideriamo per noi maggiormente significative
Cioè quelle rispetto alle quali ci sentiamo più vulnerabili
Questo tipo di stimolazione permette di immedesimarsi e sperimentare cosa accade dentro di noi
Le provocazioni scatenano energie
E la sfida è incanalarle interiormente per farle diventare forze motivazionali aggiuntive
La gestione quindi fa perno sulla leva motivazionale della reattività che deve tradurre in energia positiva la provocazione
È un’auto disciplina che con il tempo e l’esercizio può diventare automatica
Certo non è semplice
Diciamo che quando constatiamo quel risultato vuole dire essere arrivati a un grado di maturità agonistica molto rilevante
Quindi la gestione delle provocazioni esprime un vantaggio specifico in chi riconosce i propri punti deboli per poi porvi rimedio
Ed è per questo che deve avere l’attenzione di ogni atleta
Soprattutto di quelli che si sentono più deboli emotivamente
Insomma sapere gestire le provocazioni ha un valore significativo ovvero sapere tenere sotto controllo le situazioni anche quelle più difficili